Uk – terza parte
Ripartiamo con una giornata impegnativa, abbiamo in programma di visitare tre giardini: Bourton House, Kifsgate Court e Hidcote Manor.
L’accesso a Bourton House avviene attraverso un bellissimo fienile pietra all’ interno del quale è stata allestita una “tea room” gestita da volontari del paese. La presenza della sala da tè con piccolo negozio di souvenir è una cosa piuttosto comune a tutti i giardini aperti al pubblico indifferentemente dal fatto che siano grandi o piccoli, privati o proprietà di associazioni. La cosa molto sorprendente è constatare quante persone dedichino il loro tempo libero al servizio volontario presso queste strutture. Per la maggior parte si tratta di signore, ma anche signori, in età da pensione e tutti si dedicano con grande passione al far si che i visitatori possano apprezzare al meglio il bene che stanno visitando. Qualcuno vende i biglietti d’ingresso, qualcuno serve il te, altri vendono souvenir (nella maggior parte dei casi davvero orribili).
La casa è un elegante edificio in stile Regina Anna, una facciata perfetta il cui retro si affaccia sul classico”croquet lawn”.
La proprietà venne acquistata nel 1983 dagli attuali proprietari che crearono ex novo il giardino, non è particolarmente esteso ed è stato suddiviso in stanze definite da muri di tasso.
Tutto è egregiamente curato e ben piantato, le bordure sono belle, di gusto piuttosto classico e l’insieme trasmette una sensazione di pacata eleganza che devo dire è uno delle cose che meno apprezzo in un giardino. Preferisco decisamente l’esuberanza ed il chiasso o la semplicità campagnola, ma questa lussuosa perfezione non mi emoziona.
Ecco il giardino bianco.
Il giardino delle erbe.
Bella composizione di volumi.
Il parterre in bosso verde con obelischi in bosso variegato.
La bellissima massa bianca e verde dell’ Aralia elata “Variegata”
Una delle due Parrotie che fronteggiano simmetricamente la casa, dietro i giardinieri al lavoro nonostante la pioggia.
L’elaborato parterre che separa la casa dalla strada del villaggio.
La ligularia svetta con le sue spighe gialle e nere tra le altre perenni.
Lasciato Bourton on the Hill siamo andati dritti verso Kifsgate passando per la graziosa Chipping Campden dove mi si è scaricata la batteria della fotocamera, quindi sono riuscito a scattare solo due foto di Kifsgate ed una di Hidcote.
Kifsgate Court è un giardino creato da Heather Muir nel 1920 attorno ad una bellissima casa con portici neoclassici e tramandato in famiglia sempre in linea femminile (oggi siamo alla terza generazione con Anne Chambers). E’ stato costruito su di un terreno prevalentemente scosceso nonostante sul fronte della casa vi fossero ampi spazi pianeggianti. Credo che la ragione sia stata l’incomparabile vista sulla campagna delle Cotswolds che si gode da quel lato.
La spettacolare piscina verde scuro con vista verso Mickleton
Prendo a prestito un’ immagine dal web per mostrarvi anche la piscina più contemporanea chiusa dalle siepi di tasso e con installazione artistica che è diventata una delle immagini più iconiche del giardino.
Nonostante i numerosi turisti si nota pochissimo lo stress da “troppe visite”, credo sia difficile mantenere questo equilibrio in un giardino così delicato ed aperto al pubblico. Sì percepisce che Kifsgate è un giardino in continua evoluzione, costantemente curato da una famiglia di appassionati che vi lavorano personalmente e vi aggiungono nuovi elementi di generazione in generazione.
Proprio di fronte a Kifsgate Court troviamo l’ingresso ad Hidcote, un altro leggendario giardino inglese creato dall’ americano Lawrence Johnston ed ora curato dal National Trust.
Ammetto subito che per me è stata un po’ una delusione. Probabilmente dipende anche dall’indigestione giardiniera fatta durante la giornata con gli altri due giardini e dal fatto che si sente la mancanza di un’evoluzione, lo si percepisce un po’ come giardino museale.
Lo spazio è suddiviso in stanze di diverse dimensioni che creano un effetto labirintico a mio avviso non sempre piacevole, tanto che quando si arriva negli spazi più aperti verso i pascoli si ha l’effetto di una boccata d’ossigeno. Un’ altra cosa che lascia straniti è la sproporzione tra questi spazi, si passa da piccole “stanzette” a corridoi enormi degni di Versailles e l’effetto risulta un po’ disarmonico.
Purtroppo ho solo una fotografia, la famosa bordura rossa che molti di voi riconosceranno. Due lunghe aiuole giocate sui contrasti di fogliame e fiori in vari toni di rosso (in realtà rossi, arancioni e viola). Non essendo percorribile per preservare il prato dall’eccessivo calpestio è un po’ difficile goderne appieno la composizione.
Dormiamo a Mickleton e ripartiamo verso Broadway.
Una suggestiva vista lungo la via principale, esprime piuttosto bene l’essenza delle Cotswolds definite la “chocolate box” d’ Inghilterra.
L’immanacabile Old Rectory.
Una sosta allo spaccio di una fattoria bio.
Colazione magnifica al Broadway Deli, con personale gentilissimo.
Passando attraverso lo spettacolare viale di querce della tenuta di Lord Wemyss a Stanway.
Il magnifico portale di accesso al giardino di Stanway House.
Un po’ Sleepy Hollow…
Sosta per il tè a Buckland Manor, ambiente accogliente e personale deferentemente maleducato.
Salice-sottopassaggio.
I resti di un’abbazia.
Cheltenham vista dall’alto.
Le case di un quartiere residenziale con dei bei porticati in ferro a cineserie.
I malvoni, un sogno ricorrente.
Dopo un’ infinita pedalata e un breve passaggio in treno per Gloucester arriviamo a Frampton on Severn dove per la notte ci attende la magnifica Frampton Court. Un piccolo gioiello architettonico situato in una bellissima tenuta di 1500 ettari.
Ancora più sorprendente la bellissima Orangerie in stile gotico
Preceduta da una grande peschiera con ninfee.
Le nostre biciclette parcheggiate al sicuro sotto la mappa della tenuta.
La colombaia.
Ingegnosi paraspifferi all’interno.
Letture country.
Prima colazione nella sala da pranzo con la stupenda boiserie in quercia.
Le case del Villaggio di Frampton on Severn.
Cottage con piccionaia in legno sulla facciata.
La piazza del villaggio è costituita da un enorme prato (il più grande d’Inghilterra) con tanto di laghetto.
Il giardino di Manor Farm, un bellissimo edificio a graticcio in legno di epoca quattrocentesca che fa parte della tenuta di Frampton Court.
Proseguiamo verso Tetbury.
E ci dirigiamo verso un altro giardino, ma questa volta molto più a sud, nel Dorset.
Il giardino è quello Mappethon House e forse alcuni di voi riconosceranno il maniero perché set di un recente film di Vinterberg : “Via dalla pazza folla” tratto da un romanzo di Thomas Hardy (nativo del Dorset).
La casa è di proprietà di Lord e Lady Sandwich, discendenti di colui che inventò appunto l’omonimo snack, ma è entrata in possesso della famiglia solo negli anni ’50 mentre il magnifico giardino che vedrete nelle prossime foto è stato creato da Ethel Labouchere, precedente proprietaria, negli anni ’20.
Si accede da un viale alberato ad una corte agricola chiusa su un lato dalla casa e sugli altri due da un fienile ed una scuderia.
Le scuderie.
La vista sui colli del Dorset.
La magnolia cresciuta a spalliera sulle scuderie.
La serra.
Il piccolo giardino antistante la casa.
Da uno stretto passaggio di accede al “croquet lawn”, dove quel giorno una compagnia di giovani attori metteva in scena “Sogno di una notte di mezza estate”.
Il pubblico attrezzatissimo con cesti da pic nic e sedute pieghevoli.
Da questo grande prato partono delle scalinate che portano al cuore del giardino costituito da una spettacolare area pavimentata in pietra e decorata con tassi topiati situata una decina di metri più in basso.
Nonostante l’abbondante apparato decorativo e i tassi potati in forma niente è di troppo, c’è una costante armonia tra gli elementi verdi e quelli architettonici e tutto nell’ insieme ha un aria estremamente naturale. Alla perfetta riuscita dell’insieme contibuiscono gli erigeron, i sedum e le alchemille che sono stati lasciati liberi di naturalizzarsi tra le pietre della pavimentazione ammorbidendo i contorni di tutto.
La casa vista dal giardino.
La limonaia.
Si quattro lati perimetrali vi sono delle bordure erbacee, ma ciò che davvero rende magico questo luogo è il rapporto tra pietra, topiarie e tappezzanti.
Arrivando all’estremità opposta all’orangerie ci troviamo di fronte ad un altra sorpresa: un ulteriore giardino su di un livello ancora più basso che fa correre lo sguardo verso la valle.
Erigeron ovunque anche qui.
Le parti più scoscese tenute a prateria.
Alla fine un tè caldo con Victoria Sponge nel fienile convertito in bar sotto un soffitto drappeggiato di esotici suzani.
Ripartiti verso le coste del Dorset facciamo tappa a Lulworth Cove…
…per spingerci poi fino alla malinconica Isola di Wight
Non so se l’isola fosse davvero malinconica o l’impressione sia stata causata dal fatto che fosse l’ultima tappa del nostro tour prima del rientro a Londra.
Qualsiasi velo di malinconia è subito stato sollevato grazie alla città che per me rimane la più accogliente al mondo e soprattutto agli amici.
Bye bye
2 Comments
Comments are closed.
Complimenti per il reportage del tuo viaggio! Mi ha fatto sognare. Sicuramente custodirò con cura gli indirizzi ed i nomi delle residenze che avete visitato, con la speranza, un giorno, di poter fare anch’io un viaggio simile. Ho iniziato da poco la mia attività di progettazione di spazi verdi e condivido con te la passione per l’Inghilterra!! Chapeau!!
Grazie mille Silvia, è davvero un viaggio da sogno. Tornerò presto per vedere altre contee ed altri giardini. Se nel pianificare avessi bisogno di qualche dritta scrivimi pure! A presto!